Credi nella malasorte? Allora sai probabilmente che cosa vuol dire apotropaico, un termine utilizzato per indicare dei particolari gesti.
Il termine apotropaico appartiene a un’epoca lontanissima e ancora oggi risulta di estrema attualità, nelle piccole azioni che la cultura popolare tramanda senza soluzione di continuità. Delinea dei particolari gesti usati da secoli affinché siano di buon auspicio. Ecco qual è il suo esatto significato e cosa si nasconde dietro ai comportamenti adottati.
- Origine: dal greco apotrópaios, derivante a sua volta da apotrépō, cioè allontano.
- Dove viene usato: per identificare oggetti, atti (riti), animali o formule che annullano o allontanano il male e le sue influenze.
- Lingua: italiana.
- Diffusione: nel quotidiano.
Il significato di apotropaico
La parola fa riferimento a tutti quegli oggetti, formule, atti (riti) o animali che – almeno così dice la tradizione – allontanano o annullano un’influenza maligna, ovverosia tengono lontano il male e le sue influenze. Nell’antichità si consideravano tali le pietre rare, le rappresentazioni di animali o parti di essi, mostri, maschere gorgoniche e membra umane, tra cui la mano e l’occhio. Spesso si trovano nelle tombe a difesa del morto. Era comune ricorrere a manufatti in corallo, perché, oltre alla funzione di abbellimento, si pensava avrebbero scacciato la malasorte.
Oggi sono apotropaiche le corna, il gesto di toccare ferro, il “cornetto” rosso caratteristico del folklore napoletano. Ma alla fantasia non c’è limite: basta che un gesto funzioni la prima volta e diventa improvvisamente di routine. Ad esempio, Gennaro Gattuso, durante il Mondiale vinto dall’Italia nel 2006, prendeva un libro di Dostoevskij, si accomodava in uno dei bagni degli spogliatoi e ne leggeva alcune pagine.
Esempi d’uso
Ecco qualche esempio d’uso in casi pratici:
“Gettare la monetina nella fontana di Trevi è un generico rito apotropaico e di buon augurio”.
“Lo slogan apotropaico viene adottato prima di una scelta”.